La storia
I Capenati facevano parte delle popolazioni italiche che prosperavano nel Lazio prima dell’avvento di Roma. La loro cultura ebbe degli aspetti propri, ma si notano anche varie influenze esterne. Parlavano una lingua del tutto originale, affine all’ etrusco, molto simile al latino e con influenze sabine. Il territorio dell’antico popolo Capenate era situato lungo la riva destra del Tevere: confinava a Nord con i Falisci, a Est con il Tevere e i Sabini, a Sud e a Ovest con il territorio etrusco di Veio. Esso comprendeva gli attuali comuni di Capena, Fiano, Morlupo, Civitella, Nazzano, Ponzano, Filacciano, Torrita, Rignano, S. Oreste, Castelnuovo e Riano. Determinante per la sua formazione più antica fu la vicinanza con il Tevere, importante via di traffico che dall’Adriatico centro-orientale, attraverso il Piceno e la Sabina, giungeva al Tirreno, permettendo numerosi scambi economici e culturali fin dall’Età del Bronzo. I principali centri abitati della zona erano: Capena, sul colle della Civitucola, o Castellaccio, il Lucus Feroniae, importante centro di culto e commercio e la città di Saperna, di cui non è ancora certa l’esatta ubicazione. Da alcune fonti antiche però, risulta che un altro centro religioso si trovava anche sul monte Soratte, al confine con il territorio falisco, dove c’era il culto di Apollo Sorano Dalla fine del VII sec., inizi del VI a.C., si nota una sempre maggiore influenza della cultura etrusca su quella capenate, che culminerà con l’ammissione del territorio di Capena nella Confederazione dei popoli etruschi. Nel IV sec. a.C. ebbe luogo la mitica e decennale guerra tra Veio, i Capenati e i Falisci alleati e Roma, per il controllo di questa zona del Tevere. Queste lotte terminarono con la sconfitta degli alleati da parte di Roma nel 395 a.C. e con la caduta di Veio per mano di Furio Camillo. Dopo la conquista romana, tutto il territorio fu ascritto alla Tribù Stellatina con la creazione di un Municipio Federato nel 387 a.C. Del periodo repubblicano non si hanno molte notizie, certo è che Capena mantenne la sua importanza di "Municipio Federato", ricco e fiorente, come testimoniano i numerosi ritrovamenti di manufatti del periodo ellenistico e la fama dei tesori del Lucus Feroniae, che attirò anche Annibale, il quale nel 211 a.C. saccheggiò il santuario. Nel periodo imperiale, parte del territorio fu inglobato nel "Patrimonium Caesaris" e aumentarono i latifondi, come dimostrano le numerose Ville sorte nella zona, la più famosa delle quali è la Villa dei Volusii. Infatti, a causa dell’instabilità dell’autorità imperiale e dell’inflazione, che determinò l’abbandono delle città da parte dei nobili, questi si ritirarono nei propri latifondi. Ogni villa del tardo Impero cominciava così, ad avere l'aspetto di quello che doveva essere più tardi, il feudo Medioevate con il suo castello come nucleo centrale e il borgo fortificato, che era chiamato "Castrum". Nell'era Cristiana, il territorio fu chiamato Collinense, per la natura del suolo, e il primitivo "Patrimonium Caesarìs" divenne un feudo della Chiesa di Roma e fu un baluardo contro l'invasione dei Longobardi e dei Franchi. Notizie di questa denominazione si hanno in una bolla di Leone IV dell'854 in cui c'è un elenco dei beni del Monastero di S. Martino che per lungo tempo ospitò i Monaci Benedettini. Al fenomeno della costituzione dei latifondi nel Tardo Impero si ricollega anche l'origine della denominazione di "Fundus Apronianum", che successivamente divenne "Castrum Lepronianum" in una bolla di Papa Gregorio VII del 1081 in cui si concesse il possesso del fondo al Monastero Benedettino di S. Paolo. Nei secoli successivi il territorio di Leprignano fu ceduto varie volte in affitto dai monaci benedettini, che mantennero pero' sempre la proprieta' del fondo. Dagli archivi storici del Vaticano e dell'Abbazia di S.Paolo, si hanno notizie di una rivolta degli abitanti di Leprignano contro i monaci nel 1594, che porto' all'occupazione dell'intero territorio. Nel 1614 il Monastero rientro' in possesso del fondo e fu stipulato un atto di concordia nel 1617. Gli abitanti di Leprignano pero', continuarono a ribellarsi ai monaci per tutto il 1600 e il 1700; mentre nell'800 alcuni abitanti del paese presero parte alle lotte al fianco di Garibaldi, soprattutto nella battaglia di Mentana avvenuta il 3 Novembre 1867. Subito dopo la caduta dello Stato Pontificio nel 1870, il territorio di Leprignano si stacco' dalla giurisdizione dei monaci e fu creato un Comune indipendente. Il Monastero di S.Paolo affitto' il palazzo prima, nel 1910, alla chiesa parrocchiale e poi, nel 1920, al comune chlo utilizzo' come Municipio e come scuola elementare fino al 1930. Successivamente il Monastero vendette il palazzo a privati. Nel 1933 un regio Decreto muto il nome Leprignano nell'attuale Capena.