La storia

Magliano, una piccola città del Lazio ai confini con l’Umbria, in provincia di Rieti, è oggi una comunità di poco meno di 4.000 abitanti ed è raggiungibile rapidamente grazie all’efficiente rete stradale, autostradale e ferroviaria. È situata su un colle a 220 m. di altitudine, da dove si ammira un incantevole panorama in un vastissimo orizzonte che comprende la Valle del Tevere e il monte Soratte, le città e i paesi del viterbese fino ai monti Cimini, le colline umbre, i monti Sabini e Tiburtini. La presenza umana in questa zona è documentata sin dal Paleolitico inferiore. Gli stessi luoghi, tra l’VIII e il VII secolo a.C., sono occupati dai primi insediamenti Sabini lungo la Valle del Tevere. Dopo la conquista di Roma, il territorio ospitò numerose villae per la produzione di vini e cereali, portati a Roma attraverso il Tevere unitamente a materiali da costruzione. L’invasione dei barbari comportò una forte diminuzione dei commerci ed un impoverimento del territorio. Anche l’età longobarda e carolingia non fu prospera per la terra di Magliano, che iniziò a rifiorire intorno all’anno Mille. Con la ripresa dei commerci, Magliano riattivò il porto sul Tevere, cinse di mura le proprie case e costruì il proprio castello. La sua importanza in quel periodo è testimoniata dal fatto che nel 1155 vi si rifugiarono l’Imperatore Federico Barbarossa ed il Papa Alessandro IV. L’età dei Comuni è anche per Magliano un periodo fiorente, in cui si dà lo statuto, elegge i consoli e tratta alla pari con altri centri vicini come il potente Comune di Narni. Nel 1311, per la sua importanza strategica, il Comune di Magliano attira l’interesse del Comune di Roma e ne diventa vassallo, impegnandosi a rispettarne gli statuti e ricevendone la protezione. Durante il Rinascimento fu centro popoloso e ricco, e per questo Papa Alessandro VI nel 1495 lo fregiò del titolo di città e gli assegnò la sede della Diocesi di Sabina. La decadenza del Comune ebbe inizio nei primi anni del 1600, con la decisione di Papa Sisto V di costruire Ponte Felice in mezzo alla pianura, per poi deviare le acque del Tevere per farle passare sotto il ponte medesimo. Eliminato il porto fluviale, vennero meno i guadagni derivanti dal pedaggio e si diffusero numerose epidemie per i continui straripamenti del Tevere. Lungo fu il periodo di difficoltà della comunità maglianese, che durò fino alla prima metà dell’800. Nei decenni successivi venne dato un forte impulso alle attività economiche. Furono eseguite bonifiche e si impiantarono nuovi frutteti e vigneti, si insediò un’importante officina meccanica (Pulifici) che produceva macchine agricole e riprese il commercio soprattutto verso Roma e Rieti, favorito dalla realizzazione di nuove vie di comunicazione (linea ferroviaria Roma-Orte, via Provinciale per Rieti). All’alba del XX secolo Magliano raggiunse 4.215 abitanti.Fa parte del territorio comunale il borgo di Foglia, situato su una rupe sulla sponda sinistra del Tevere. Fu abitato sin dall’epoca arcaica, svolgendo un ruolo privilegiato nella strategia insediativa dei Sabini lungo la Valle del Tevere, documentato da importanti ritrovamenti archeologici. L’occupazione medievale ha dato al borgo le caratteristiche che ancora conserva. Il castello compare per la prima volta nella seconda metà del X secolo, ma fu distrutto durante gli scontri tra truppe romane e viterbesi nel 1241. Dal 1267 agli inizi del 1500 gli Orsini furono i signori del castello. Dapprima appodiata di Montebuono, Foglia divenne appodiata di Magliano nel 1853. A quel tempo era un piccolo borgo, contava appena 89 anime suddivise in 18 famiglie sotto la chiesa parrocchiale della SS. Assunta e di S. Serena e aveva tre chiese rurali: S. Pietro, S. Maria del Rovo e S. Sebastiano.