La storia
L'Italia, dopo le invasioni barbariche del V secolo d.C. e la fine dell'Impero Romano (476 d.C.) fu dominata dai Longobardi per poco più di due secoli, dal 568 al 774. Furono proprio i Longobardi del Ducato di Spoleto, verso la fine del VII secolo, a costruire Catino per insediarvi una loro Fara (gruppo di guerrieri legati da vincoli parentali) con l'intento di sfruttarne le terre fertili e la posizione, strategicamente importante. Nei pressi di Catino, infatti, passava la strada del monte Tancia, alternativa alla Salaria, che collegava la Sabina a Rieti e fu per presidiare l'accesso a questa via che i Longobardi vi costruirono una fortezza (il Tevere, confine naturale tra il Ducato Romano e i territori longobardi, era poco distante). Intorno a Catino, dopo le devastanti incursioni barbariche, si ricostituì e sviluppo un tessuto economico e sociale e il Castello fu sede di un potere forte con ampia giurisdizione territoriale. Si mantenne indipendente dal vicino monastero di Farfa (uno dei più potenti feudi ecclesiastici allora esistenti) fino al XI secolo, quando venne acquisito insieme al suo vasto e ricco patrimonio di terre, case, chiese, selve, molini. Governato da una ristretta oligarchia (Boni Homines), possedeva altri piccoli castelli come Luco (in zona S. Valentino di Poggio Mirteto), Poggio Ciciliano, Rocca Forcelle, le Rocche di Tancia e Fatucchio. Poggio Catino (Podium de Catino) fu costruito sul Monte Moricone ed è citato per la prima volta nel 1072 in un documento farfense. Venne realizzato per far fronte al considerevole incremento demografico di quegli anni (Catino, data la peculiarità del sito non poteva sopportare un ampliamento urbanistico), oltreche' per motivi di controllo signorile dell'espansione economica in atto. Sulla collina di Moricone, in posizione eminente, fu situata la Rocca (detta "La Terra"), un bastione cilindrico molto ampio e senza copertura, e, intorno ad esso, la chiesa e le case protette da una cinta muraria raccordata da possenti torrioni, con porte e posterle. Verso la metà del XII secolo il Castello di Catino e il suo Poggio si costituirono in libero Comune. Successivamente fu possesso dei Conti di Sant'Eustachio, degli Orsini, dei Savelli, dei Capizucchi e degli Olgiati (1614-1816). In particolare questi ultimi hanno lasciato significative tracce della loro presenza realizzando l'acquedotto della Canale (1616), ricostruendo la Chiesa di San Nicola (1621) e restaurando il Palazzo Baronale con il giardino, oggi sede del Comune e Centro Congressi. Il 6 Luglio 1816 Papa Paolo IV abolì i diritti feudali e, il 19 Ottobre 1816, Giovan Battista Olgiati rinunciò in forma legale alla giurisdizione baronale di Poggio Catino e Catino. Nel 1817 Poggio Catino aveva 368 abitanti, era "appodiato" (frazione) di Poggio Mirteto insieme a Catino, che ne aveva 255. Divenne Comune autonomo con Catino "frazione" nel 1853. I due insediamenti avevano complessivamente 751 abitanti, 143 dei quali residenti in campagna, suddivisi in 157 famiglie che vivevano in 149 case.