La storia

Il nome di Sant’Oreste sembra derivare da Edisto, giovane martire romano . Successive trasformazioni hanno mutato il nome primitivo in S.Edistus, S.Heristus, Santo Resto, San Tresto. Recentemente una lapide sepolcrale, rinvenuta presso la chiesa rupestre di Santa Romana, attesta la presenza di una famiglia Aristi. Nel periodo delle grandi civiltà Romana ed Etrusca, la zona del Soratte fu confine tra Fallisci e Capenati e dopo la loro sottomissione a Roma ,sorsero nel territorio del Soratte le ville residenziali dei Romani, di cui ne rimane testimonianza preziosa la villa in località Giardino. In questo periodo il monte era luogo sacro e le popolazioni circostanti si recavano al Tempio di Apollo, sulla sommità del monte, per celebrare sacrifici . Il centro storico del paese ha una forte caratteristica cinquecentesca pur conservando strutture medioevali. La prima notizia dell’esistenza di una “curtis sancti Heristi “è del 747 che, più tardi, attestatasi in luoghi più facilmente difendibili, diventerà“castrum”. Vi si accede attraverso tre Porte che furono costruite nel 1554: Porta Valle , Porta La dentro , Porta Costa . Testimonianza dello sviluppo urbanistico del 1500 sono alcuni Palazzi tra cui quello Caccia(1589), famiglia nobile romana, molto vicina al Card. Alessandro Farnese Abate Commendatario dell’Abbazia delle Tre Fontane . Il monumentale palazzo ha saloni e stanze con pareti affrescate e volte decorate con stile della grottesca italiana. L’opera fu costruita da molte maestranze che lavoravano a Caprarola, al Palazzo Farnese. Del Vignola si conserva in Comune una sua lettera autografia, del 1568, dove l’artista parla del suo “disegno” per la chiesa di San Lorenzo . Sempre nel palazzo è conservato un vero tesoro: una Croce in legno di bosso, raffigurante scene del vecchio e nuovo testamento, scolpita a mano nel 1546, proveniente dall’oriente. Accanto a questo palazzo, che poi passò ai De Rossi e infine ai Canali, sorge l’ampio complesso dell’antico Monastero Agostiniano di Clausura di Santa Croce, trasportatovi nel 1598 a completamento dell’ampliamento del Palazzo Abbaziale, voluto dal Card. Aldobrandini. Il paese era raccordato da una cinta muraria che aveva nella vicinanza delle porte e dei palazzi del potere, un sistema bastionato. Nell’interno sorgono chiese e Palazzi: la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo, che conserva la torre campanaria romanica . L’interno ad unica navata con cappelle laterali, conserva la pala d’altare del pittore fanese Ceccherini (1746), e l’organo frescobaldiano costruito da Ennio Bonifazi nel 1638. Nel 1744, la Chiesa fu ampliata demolendo l’abside che conservava affrescata un’Ultima Cena del pittore fiammingo Bartolomeus Spranger (1566), l’antica chiesa Parrocchiale di San Biagio e l’antico Palazzo sede del Comune, prospiciente la medievale casa Lupi. Da menzionare ancora il seicentesco Palazzo Galletti, in piazza Principe di Piemonte, ed il cinquecentesco Palazzo Azzimati, in p.za O. Moroni. Nella parte più alta del paese, “lo spiazzo”, si innalza il palazzo Rosati che domina l’antica “piazza delle Capre”. Fuori dal recinto murario due importanti chiese: S.Maria Hospitalis, già attestata prima del 1000, al cui interno si ammirano interessantissimi affreschi ed alcuni importanti rilievi marmorei carolingi e la chiesa di S.Edisto con il suo campanile Romanico. Numerosi sono gli eremi sul Monte Soratte, tra cui svetta la Chiesa di S.Silvestro, costruita proprio sul luogo del tempio pagano e sopra la grotta dove la leggenda vuole essersi rifugiato Papa Silvestro I° per sfuggire alle persecuzioni. Altro itinerario è quello nel bosco del Soratte che ci fa raggiungere le doline carsiche dei “meri” e la chiesa rupestre di Santa Romana, consacrata nel 1218.