La storia

Notizie relative alla storia di Stimigliano risalgono al VI secolo e conducono a Galla figlia di Simmaco, consigliere di Teodorico re dei Goti, uccisa a Ravenna nel 525 d. C. che costruì una basilica dedicata a San Valentino nella "Massa Cronicle quae vulgo dicitur Septimiliana". La fonte presuppone, come del resto in moltissimi centri della Sabina, l'esistenza di una villa romana nel territorio di Stimigliano cui fa riferimento l'indicazione di "Septimiliana", che ha autorizzato alcuni studiosi ad ipotizzare la presenza di una "Gens Septimia" quale proprietaria della villa. La villa e il conseguente piccolo centro abitato cui diede vita dovette seguire le note vicende storiche che interessarono l'intera Sabina. La popolazione, pressata ed estenuata dalle invasioni barbariche, si rifugiò, per difendersi meglio, su un'altura, ponendo le basi per la fondazione di un castrum. Appunto il "castrum Stimiliani" che passò successivamente in parte al monastero di S. Andrea in Flumine, che ne risulta in possesso già nel X secolo. Nei secoli successivi divenne proprietà dell'Abbazia di Farfa, come risulta da una bolla di papa Leone IX datata 1049. Ulteriori notizie sul castello risalgono al 1236, quando Ranuccio e Francesco da Stimigliano, con suo nipote Pietro, risultano in possesso di una quota del vicino castello di Pozza. Si può quindi ipotizzare che l'effettiva nascita del castrum sia avvenuta sullo scorcio del secolo XII o nei primissimi anni del successivo. Nel 1347 Stimigliano appoggiò spontaneamente Cola di Rienzo. I suoi abitanti furono tra i più ferventi fautori della rivolta contro il dominio della Santa Sede, resistendo a lungo ai tentativi di normalizzazione avvenuti in Sabina in quel periodo. Questa resistenza fu duramente punita. Nella primavera del 1357 infatti, il rettore di Sabina ordinò lo smantellamento delle mura e l'abbattimento delle case dei ghibellini ribelli alla chiesa. Nel 1368 il castello fu infeudato da papa Urbano V a Francesco e Buccio Orsini, figli del defunto rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, Giordano. Il castello rimase saldamente in mano ai vari rami della famiglia Orsini. Nel 1604, anno della morte di Enrico Orsini, Stimigliano tornò alla Camera apostolica che lo incamerò fra le sue dipendenze. Per quanto riguarda i secoli successivi, la storia di Stimigliano è del tutto simile a quella di molti centri italiani; dal dominio francese in epoca napoleonica all'annessione al Regno d'Italia fino alla partecipazione alle lotte partigiane per giungere al 6 gennaio del 1944 con la Costituzione del Comitato di Liberazione. Fino al secolo scorso si andava e tornava da Roma navigando lungo il corso del Tevere.